martedì 10 novembre 2009

Questo è uno Stato alla rovescia

Il Giornale vuole il colpo di Stato di Claudio Messora


Questo è uno Stato alla rovescia. Ci sono politici alla rovescia, criminali alla rovescia, giornali alla rovescia che fanno informazione alla rovescia. Le buone notizie diventano cattive notizie e le cattive notizie vengono date come se fossero buone.
Così, la Costituzione italiana è un mito da non idolatrare, mentre quasi quasi il papello della mafia è in fondo un decalogo di tolleranza verso le esigenze delle minoranze.

Il Giornale di oggi, a pagina 32, porta l’ennesimo attacco allo Stato, trattato come se fosse un’associazione a delinquere, una setta, una cellula terroristica insediatasi all’interno di un gruppo di affari. Secondo Giorgio Israle e Carlo Lottieri, gli studenti che apprendono diritti e doveri studiando la Costituzione sono “bambini addestrati a venerare lo stato”. Secondo Israel, “è bene che gli studenti conoscano gli strumenti che presiedono alla formazione delle leggi in questo Paese”, ma non è bene “voler usare questo strumento come mezzo di formazione della personalità dei giovani”. Eccola, l’informazione alla rovescia. Su cosa dovrebbe basarsi la formazione della personalità dei giovani? Sui codici dei clan camorristici? E ancora: “il pedagogismo etico di Stato è in consonanza con una certa eredità culturale di sinistra”, ma chi si dichiara liberale non può “unirsi a chi propone l’ora di educazione all’affettività o i corsi di sentimento”. Quindi un liberale, secondo Israel, non può accettare che i suoi figli crescano imparando a muoversi con meno incertezze nel vasto e pauroso mondo delle emozioni e dei sentimenti, mentre i valori che le sue aziende liberali contrabbandano nella società possono invece farsi strada nella mente di adolescenti smarrite, anoressiche, bulimiche e negli ideali di ragazzini che vogliono fare il master al Grande Fratello? Lo stesso uomo liberale che non vuole ore di educazione all’affettività, perchè “la grandezza di una società liberale sta nel lasciare ciascuno libero” trova invece corretto spendere un miliardo di euro per i 22.000 insegnanti dell’ora di religione? Com’è: la spiritualità invece va regolamentata? Israel deve evidentemente professare un liberalismo ad personam.

Carlo Lottieri è un giornalista ancora più alla rovescia di Israel. Talmente alla rovescia che se scrivesse da destra a sinistra e dal basso verso l’alto non se ne accorgerebbe nessuno. Così inizia il suo articolo “Miti: Giusto studiare la Costituzione, sbagliato idolatrarla”.

«L’anno scolastico si è aperto con qualche novità e a tale proposito va riconosciuto lo sforzo, da parte del ministro Mariastella Gelmini, di operare una prima riduzione dell’organico dell’istruzione pubblica. Su un’altra decisione del ministro, però, è stata espressa perplessità e ci si riferisce al tentativo di riportare a nuova vita la vecchia ora di educazione civica col nome di “Cittadinanza e Costituzione”»
ireittoL olraC - perché un giornalista alla rovescia va chiamato così, rovesciandone il nome - inverte con nonchalance il virtuoso con il vergognoso, il meglio con il peggio. Secondo ireittoL, lasciare a casa migliaia di insegnanti è la parte meritevole dell’operato del ministro Gelmini, mentre il voler introdurre un’ora di Cittadinanza e Costituzione è la parte disdicevole. E non è finita qui! Nel favoloso mondo alla rovescia del Giornale di Vittorio Feltri, sentite quali frasi si possono trovare: “l’idea di introdurre un corso che insegni i valori della Costituzione e faccia tutti consapevoli dei diritti e doveri di cittadinanza ha ben poco di liberale”. Quindi crescere intere generazioni di cittadini inconsapevoli è liberale? La libertà non è l’assenza di regole, ma al contrario l’identificazione di un codice comportamentale e normativo condiviso, nel rispetto del quale e solo grazie ad esso ognuno può diventare un cittadino libero. Altrimenti sarebbe lo Stato di natura, la legge della giungla, il far-west. Che pure è una legge, ovvero quella del pesce grande che mangia pesce piccolo, ma non rispetta quei valori di uguaglianza, fraternità, legalità per la conquista dei quali tanta gente ha dato la vita. Essere liberali non può significare avere la libertà di far rientrare capitali dall’estero evadendo legalmente le tasse, la libertà di farsi leggi ad personam per sfuggire ai processi, la libertà di lasciare che siano interessi personali ed economici a plasmare il senso etico e morale di milioni di persone cresciute come ortaggi inconsapevoli nell’orto di pochi magnate della finanza e dei media. Questo non è altro, per l’appunto, che la riproposizione del pesce grande che mangia pesce piccolo. La Costituzione è tutto e solo ciò che protegge il pesce piccolo. Non insegnarla, equivale a non dire ad un uomo di colore che coglie cotone in una piantagione sudamericana che egli è nato libero, e come può fare per rivendicare questo suo diritto. Più lo sporco negro lavora, più si stanca, meno noie darà ai padroni, e Sì, Buana! sarà tutto quello che gli verrà in mente di dire.

Per fortuna, ireittoL ci fa sapere perché ce l’ha tanto con la Costituzione. La considera ”un modesto compromesso realizzato in un’Italia ancora impregnata di fascismo, e per giunta dominata da democristiani solidaristi e da social-comunisti che guardavano a Stalin come al proprio messia”. Certo che tra guardare a Stalin come al proprio messia da una parte, e guardare a Totò Riina e avere Mangano come eroe dall’altra, caro cittadino al contrario, non saprei davvero scegliere.

La tesi che soggiace a questa crociata del Giornale emerge ormai con chiarezza: la Costituzione è comunista, è espressione di una certa eredità culturale della sinistra e va cambiata, quindi perché insegnarla? “Dietro alla questione dell’educazione alla cittadinanza”, continua ireittoL, “c’è il tema di un’appartenenza che prescinde da ogni consenso”. Sì, caro Carlo, mi dispiace darti questa brutta notizia: di solito la Costituzione modella e sottende l’appartenenza ad una stessa cittadinanza. “Eppure sappiamo quanti sono gli italiani, specie al Nord, che sono tali obtorto collo, che vorrebbero poter un giorno votare l’indipendenza della loro regione o città, e che insomma non vivono come una scelta, ma semmai come un’imposizione, la loro cittadinanza italiana. Non meritano forse il nostro rispetto?”.

Questo è il fondo dello strapiombo che il nostro uomo alla rovescia apre come uno squarcio sulla realtà, dipingendo universi paralleli che avrebbero fatto invidia a un quadro di Salvador Dalì. Ecco perché l’ora di Cittadinanza e Costituzione non va istituita: gli italiani sono un popolo di eversivi golpisti e separatisti che odiano il loro paese e vogliono cambiarlo. Altro che terroristi islamici, quelli tutt’al più ti mettono qualche bombetta. Questi vogliono prendere direttamente le istituzioni al loro cuore e disfare lo stivale da cima a fondo. Ma quale ora di Cittadinanza e Costituzione? Istituiamo direttamente l’ora di P2 e Golpe dolce! Berlusconi e Gelli saranno contenti, Israel e Lottieri pure. Al posto dei diritti e dei doveri di ogni cittadino, dovremmo insegnare: come trattare con la mafia, come ripulire capitali frutto di attività criminali, come impadronirsi delle istituzioni senza passare per il consenso elettorale, come infrangere la legge senza essere processati. Poi vogliamo l’ora di massoneria, il corso di fondamenti sulle stragi di stato e così via…

“L’ora di educazione alla cittadinanza è quindi l’ora di religione di quanti non credono più in Dio, ma nello Stato. E’ possibile obiettare ad essa in nome di altre fedi o di nessuna?”

Sì, cari learsI e ireittoL, è possibile. Anzi ha anche un nome: si chiama colpo di stato.

Alex Zanotelli: E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua.

di Alex Zanotelli

Napoli,8 novembre 2009

E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua.

Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo:

L’affidamento della gestione dei servizi idrici a favore di imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata) , con capitale privato non inferiore al 40%;
Cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011.
Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il PD , che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto nella persona del senatore Bubbico, un emendamento-compromesso:l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. Questa proposta , fatta solo per salvarsi la faccia , passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (PD e IDV), vota contro il decreto-legge.

E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi insieme all’ aria! È la capitolazione del potere politico ai potentati economico-finanziari. La politica è finita! È il trionfo del Mercato, del profitto. È la fine della democrazia.

“Se la Camera dei Deputati- ha detto correttamente il Forum dei movimenti dell’acqua –non ribalterà il misfatto del Senato, si sarà celebrata la delegittimazione delle Istituzioni.”

Per questo dobbiamo denunciare con forza:

il governo Berlusconi che, con questo voto al Senato, ora privatizza tutti i rubinetti d’Italia. “Questo decreto segna un passaggio cruciale per la cultura civile del nostro paese e per la sua Costituzione- scrivono Molinari e Lembo del Contratto Mondiale dell’Acqua. I Comuni e le Regioni vengono espropriati da funzioni proprie con un vero attentato alla democrazia.”
il partito di opposizione, il PD, che continua a nicchiare sulla privatizzazione dell’ acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione).
ed infine tutta l’ opposizione, per non aver portato un problema così grave all’attenzione dell’ opinione pubblica.
Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perchè ritirino questo decreto o tolgano l’ acqua dal decreto.

E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione nella Camera dei Deputati. Si parla che il decreto potrebbe essere votato il 16 novembre. E ai partiti di opposizione chiediamo che dichiarino ufficialmente la loro posizione tramite il loro segretario nazionale e diano mandato al partito di mobilitarsi su tutto il territorio nazionale.

E chiediamo altresì, ai partiti di opposizione di riportare in aula la Legge di iniziativa popolare che ha ottenuto nel 2007 400.000 firme ed ora dorme nella Commissione Ambiente della Camera.

Chiediamo alle Regioni di:

impugnare la costituzionalità dell’ articolo 15 del decreto Fitto-Calderoli;
varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico.
Chiediamo ai Comuni di:

Indire Consigli Comunali monotematici sull’acqua;
dichiarare l’acqua bene di non rilevanza economica;
fare la scelta dell’Azienda Pubblica speciale per la gestione delle proprie acque. Questa opzione, a detta di molti avvocati e giuristi, è possibile anche con l’attuale legislazione . Si tratta praticamente di ritornare alle vecchie municipalizzate.

Chiediamo ai sindacati di :

pronunciarsi sulla privatizzazione dell’ acqua tramite i propri segretari nazionali;
mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
Chiediamo infine alla Conferenza Episcopale Italiana(CEI) di :

proclamare l’ acqua un diritto fondamentale umano, come ha fatto il Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate dove parla “dell’accesso all’ acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni nè discriminazioni”(n.27);
protestare, in nome della vita, come afferma il Papa nell’enciclica, contro la legge che privatizza l’ acqua;
chiedere alle comunità parrocchiali di organizzarsi sia per informarsi sia per fare pressione a tutti i livelli, perchè l’ acqua non diventi merce.
Infatti l’ acqua è sacra, l’ acqua è vita, l’ acqua è un diritto fondamentale umano. Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove l’ acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima. Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perchè “sorella acqua” , fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato.

Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di morti per sete.

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